190 miglia, 2 stati, 1 cratere e 1 fuso orario dopo

La giornata inizia a Flagstaff, una cittadina davvero carina che sebbene si trovi lungo la Route 66 è tutt’altro che decadente. Forse perché sede universitaria? Qualcuno di noi pensa che sarebbe stata una bella meta per fare lo scambio ai tempi dell’università. Qualcun’altro, anche un po’ dispettosamente, sostiene che nulla può eguagliare Berkeley in questo.

La Route presenta poi dei passaggi e paesaggi abbastanza classici: un ponte abbandonato, un trading post abbandonato, un parco per famiglie abbandonato. Strano davvero su una strada abbandonata, no?

Questa di seguito è Wynona, c’è anche una canzone, come monito alla sua esistenza e decadenza: Don’t Forget Wynona!

Two Arrows e Two Guns

Poi con una piccola deviazione di poche miglia dal percorso si arriva in un luogo davvero particolare: meteor crater. Si tratta di un sito nel deserto dove circa 50.000 anni fa si è schiantato una meteorite. Nel museo annesso Antonio si è divertito a simulare la completa distruzione del sistema solare a suon di meteoriti. Va bhé.

Poi Winslow, la cui attrazione principale ci è piaciuta così tanto che neanche la carichiamo sul blog.

Infine, pochi minuti prima che si scatenasse la tempesta siamo riusciti ad arrivare in uno dei posti più famosi della Route 66, Jack Rabbit, noto per la presenza di giganteschi lepri che vengono annunciate, già molte miglia prima, da altrettanto importanti segnali.

Una leggenda vuole che nel deserto del New Mexico sia facile incontrare i Jackalope, un incrocio tra il Jackrabbit  e le antilopi: enormi conigli con le corna che la notte sembra cantino con voci umane.

A noi è bastato questo enorme coniglio di plastica per farci felici!

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