In piedi di buon mattino, lasciamo l’irreale paesaggio delle Meteore per far rotta verso Salonicco. La strada non è propriamente fantastica: un susseguirsi di saliscendi, tornanti e curve cieche. Proprio al termine di una di queste, d’improvviso, si apre davanti a noi il fiume Venetico (che non c’entra nulla con l’omonima località della provincia di Messina) con le sue insenature: una buona scusa per prenderci una pausa e scattare qualche foto. Arrivati a Salonicco ci informiamo sulla sua storia – caratterizzata da un susseguirsi di popoli e dominazioni diversi – e sulle sue attrattive. Speranzosi, quindi, ci mettiamo alla ricerca del bello che questa città può offrire. Non vorremmo suonare come ingenerosi, ma il problema sta proprio qua. La città è un mix dei quartieri periferici di Roma, Napoli e delle mattonelle dei marciapiedi saltate con sotto l’acqua piovana tipiche di Messina. E’ un vero peccato e un’occasione mancata, perché tutta la storia che ha attraversato questi luoghi è stata pressoché cancellata da una edilizia selvaggia e una evidente inedia: bellissime le luminarie natalizie da ammirare il 22 di agosto oppure la poltrona scaricata davanti alla Rotonda, uno dei massimi monumenti della città. Tutto sommato, il bello a Salonicco, complice forse anche il meteo non proprio fantastico, non è stato trovato. Ci apprestiamo a lasciare la Grecia dopo due settimane fantastiche all’insegna di abbuffate di melanzane, yogurt e ottima feta!
Mulignana Rulez, OXI! 😉