L’evento clou di ogni estate messinese che si rispetti è, senza ombra di dubbio, la Vara.
Per chi non sapesse di cosa si tratti, basta dire che è un enorme baldacchino, ornato di putti, con in cima la statua della Madonna che, ogni anno puntualmente il 15 agosto, i devoti cittadini di Messina portano, o meglio trascinano, in giro per la città.
Le feste religiose in Sicilia (e ammettiamolo, un po’ ovunque nel sud Italia) non sono certo un tema inedito, ma se ancora oggi, ad ogni loro riproposizione, sanno attrarre così tanta gente, un motivo ci sarà.
Le nostre personali riflessioni ed osservazioni sono volte più al lato folcloristico della manifestazione che a quello meramente religioso: siamo rimasti molto colpiti dal pittoresco sforzo dei tiratori che, tra una imprecazione e un “VIVA MARIA!!!” urlato a squarciagola, erano impegnati a trascinare le 8 tonnellate della Vara.
La Vara, oltre ad essere così pesante, non ha ruote, ma poggia su una slitta che viene spinta e tirata sull’asfalto bagnato e insaponato rendendo “l’impresa” ancor più epica: i volti e le espressioni dei fedeli coinvolti sono qualcosa di imperdibile.
Per una città che, purtroppo, dopo il terremoto del 1908, ha perso quasi del tutto le sue radici e tradizioni, questo appuntamento è – e speriamo lo sia ancora a lungo – un fondamentale momento di aggregazione durante il quale generazioni e ambienti sociali diversi si uniscono, almeno per un giorno, in uno sforzo comune.
E sempre in tema di tradizioni rimaste nella città di Messina, meritano almeno una citazione le enormi statue di Mata e Grifone, mitici fondatori della città che – sebbene non trascinati a mano, ma molto più prosaicamenente da un trattore – nel periodo ferragostiano si fanno un giro anche loro per le vie cittadine per poi restare a guardare lo spettacolo dello stretto dalla Piazza del Municipio.
No Comments