Dopo una sconcertante falsa partenza, nella piena calura del mezzogiorno, la città finalmente si spalanca sotto i nostri occhi.
A pochi passi dall’hotel, la Plaza de Toros e ancor di più la bellissima stazione dei treni, in pieno stile secessionista austriaco, ci lasciano intuire che, seppur guardando all’innovazione e al cosmopolitismo, il valenciano non rinuncia al tradizionalismo e al localismo. Le arance e i fiori di zagara che contornano lo scudo giallo e rosso di Valencia ricordano tantissimo le città siciliane, anche le strade e la piazze assolate… perfino i marciapiedi sconnessi e i parcheggiatori abusivi… Ma il significato della doppia L, ovunque nei simboli della città, è un poliziotto, nel palazzo del Comune, a spiegarcelo: la lealtà che i valenciani mostrarono al re Jaume I d’Aragona, resistendo per ben due volte agli assedi dei castigliani. Che poi Jaume I è lo stesso re aragonese che possedeva i regni di Napoli e della Sicilia… quando si dice “tutto torna“.
Il resto della giornata trascorre tra il Mercato Centrale, la Cattedrale, custode del leggendario Sacro Graal, la storica Borsa della Seta, un vero e proprio mercato anch’esso, un’orxata de xufa nella storica Horchateria de Santa Catalina, la Plaza Redonda, altro tradizionale luogo di commercio.
La sera, dopo cena uno sguardo ad un altro mercato ancora, quello di Colon, l’ultimo per oggi.
Bellissima Valencia!!!! 🙂