Basilea è la prima tappa, quella più a sud del giro per mercatini che abbiamo programmato quest’anno. La città ci regala due giorni splendidi, e dalla Cattedrale lo spettacolo del Reno che scorre placido tra la Foresta Nera ad est i Vosgi a ovest è di quelli che non ci si stanca mai di ammirare. Chiaramente non è stato avvistato alcun “pescetto” galleggiante, poiché nessuno è tanto spavaldo da fare il bagno in questa stagione.
Scopriamo quasi subito la delizia dei biscotti allo zenzero e cannella, noci e cioccolato, e quelli al burro. Ne portiamo un sacchetto in Alsazia… quasi temessimo di non trovarne di altrettanto buoni oltreconfine.
La seconda tappa è Colmar, una cittadina in cui, tra vecchie case a colombaia e canali – per la prima volta una “piccola Venezia” che non ci ha lasciati perplessi – si ha l’impressione di rimanere per sempre incastrati nel villaggio dei Playmobil. La sensazione è che tutto sia stato ben predisposto per catturare orde di “sciure” impazienti di fare acquisti a tema natalizio!
Il nostro primo approccio con i sapori Alsaziani??? Timido, poiché sa del solo odore del Munster di una Tarte Flambée (Flammkuchen, per cominciare a familiarizzare con questa incredibile lingua). La choucroute è rimandata e così anche le molte altre specialità gastronomiche di questa incredibile regione, al di qua del Reno, a cavallo tra due nazioni, contesa per secoli, eppure così autentica nel coniugare il rigore del decoro tedesco con il fascino francese.
Tutto rimandato a Strasburgo, capitale de Noël, la città delle luci di Natale, la sede del parlamento europeo e il paradiso dei BABBARELLI.
Qui i mercatini sono tra i più variamente assortiti. Ce n’è per tutti i gusti e per qualsiasi esigenza di addobbo e allestimento. È impossibile non acquistare qualcosa e finire a sera con lo zaino pieno degli oggetti più improbabili.
In due giorni comunque siamo riusciti a visitare il quartiere della “Petite France” – case a colombaia come se non ci fosse un domani – e la maestosa cattedrale di Notre Dame, gotica in arenaria rosa dei Vosgi, la cui facciata risplende con le luci del tramonto, nelle sere d’inverno quando il sole è così basso; la sua mole imponente quasi scompare dietro una grazia sorprendente, un prodigio di leggiadria.
Immancabile una puntatina al “Quartiere Europeo” con i palazzi del Parlamento e della Corte dei Diritti dell’Uomo.
E poi ampio spazio agli acquisti: birre di Natale, Munster (normale e macerato in vino e cannella), biscotti al burro col cocco dall’odore irresistibile, bretzel, mannelle e kougelhopf, foie gras, marmellate e tea di Natale con spezie a volontà, torrone e pain d’epices con mele.
Ritornando in stazione un’ultima boccata di autentico ossigeno europeo in piazza Kléber, alla maniera di Churchill, che circa 70 anni fa, qui sognò quell’Europa che ancora oggi noi facciamo fatica a vedere, costruire e difendere.
[…] verso il fiume per ammirare l’ennesima decantata Little Venice. Anche questa, come quella di Colmar o peggio ancora quella di baracche di Londra, non ha nulla a che vedere con l’originale. Non […]