… a Baja, si ubriacava di noia e sakè sotto una vecchia sequoia, ballava il samba e cantava per me […]
Perché, dopo due ore di treno regionale, giunti a Takayama la parola chiave è proprio sakè. Per le stradine del suo centro storico ci sono diverse birrerie in cui entrare ed assaggiare questo ottima bevanda distillata dal riso.
Verso l’imbrunire ci addentriamo nei boschi che costeggiano la cittadina seguendo il percorso dei templi, tra grilli che sembrano cantare allegri e a squarciagola ancora i versi di Rino Gaetano, fin quando un bel cartello non ci avvisa della presenza di orsi in zona. In più la pioggia e il buio ci esortano a ritornare in centro per cercare un posto in un cui cenare.
Una piccola trattoria con il tatami, i tavoli bassi e i cuscini ci accoglie tra piatti di formaggio fritto, okomiyaki, tempura e infine sakè.
Rientrando in hotel passiamo davanti ad un altarino di sorubobo, l’amuleto giapponese che ha origini proprio qui a Takayama e di cui sono pieni i negozi di souvenir.
PS – e si spera che domani finalmente certi motivetti escano dalla testa…
Impossibile espellere cerri motivetti finché non ce ne saranno di nuovi 😃
Qualcuno ha detto “orsettooooooo”???
C’era un orsetto, si ubriacava di noia e sake…
Il motivetto di oggi è Gianna…