Stamattina, di buonora e con il favore del sole che timidamente si affacciava dietro nuvoloni grigi, siamo andati a vedere i rinomati mercati di Takayama.
La prima impressione nel vedere le cose esposte è stata di estremo ordine e compostezza: nessuno che urla, neanche un carrello per farsi strada, ampi spazi per passare e per fermarsi a guardare senza essere spinti: uno spettacolo inedito per degli italiani. A guardare meglio anche le quantità sono scarse e le mele e le pesche bellissime, ma vendute come gioielli, singolarmente imballate.
Alle 10.00 è già ora di andare a mettersi in coda per l’autobus per Shirakawa-go e durante l’attesa studiare la perfetta strategia per accaparrarsi un bell’armadietto per le nostre enormi e pesanti valigie.
Riusciti nell’intento la risaia è tutta nostra e tutta da esplorare con le sue tipiche case con il tetto di paglia, le sue botteghe che vendono cibo e prodotti locali, i suoi negozi traboccanti di souvenir.
Nel pomeriggio un altro autobus ci porta, attraverso una splendida strada panoramica, a Toyama e da lì uno shinkansen fino a Kanazawa, ultima destinazione per oggi.
La cena è di quelle consumate al bancone, guardando i cuochi cucinare per te, indovinando cibi e sapori.
La sera è fatta per gestire la laundrymat dell’hotel, in cui incauti utenti lasciano le loro cose in macchine ferme da ore. Scriviamo questo post in attesa che il lavaggio dei nostri indumenti termini, giù al secondo piano.
Ehi questo me l’ero perso! Nulla si dice di todo el pueblo …. 😛
Dici che avremmo dovuto citare Todo el pueblo espanol que esperaba antes de mi por una mesa grande??? 🤣🤣🤣
Kanazawa de mi corazon