Il treno delle 9.00 parte puntuale per un’amena località, dal nome impronunciabile, ai piedi del monte Koya, da dove una funicolare ci tira su fino a Koyasan e un autobus ci carica e scarica davanti al monastero in cui abbiamo prenotato. EFFICIENTISSIMO GIAPPONE. Sorprendente come sia tutto organizzato e puntualmente previsto e predisposto.
Abbandonati i nostri leggeri zainetti ci avviamo alla conquista del villaggio, dei suoi templi e delle sue attrazioni turistiche fino alle 16.59, ultimo minuto disponibile per il check-in. Ascoltate tutte le spiegazioni sull’organizzazione della cena, della colazione, sul funzionamento e l’accesso all’onsen, perfino su come usare asciugamani e sapone, proviamo queste famose terme giapponesi, ESPERIENZA IMPERDIBILE, a sentire il popolo del Sol Levante.
Singolare è comunque l’evoluzione dell’uso dei bagni termali che ha accompagnato il più profondo cambiamento nel modo di vedere e di vivere il nudo e il sesso nell’ultimo secolo in questo Paese.
Se oggi la promiscuità è proibita nella maggior parte degli onsen, fino a non molto tempo fa uomini e donne facevano il bagno assieme. Oggi la cosa è considerata estremamente volgare e sconveniente e allo stesso tempo si è rapidamente sviluppato un incredibile interesse per il nudo e l’eccitazione sessuale, come può esserlo soltanto il gusto piccante di un frutto di recente proibito. E’ facile notare ovunque in Giappone, sia in città che nei piccoli centri rurali, riviste erotiche e pubblicità di spettacoli di nudo, love hotel e soap land che offrono qualsiasi tipo di servizio annesso al semplice massaggio. Senza dubbio tali sviluppi rivelano un’influenza tutta occidentale, ma anche il desiderio interamente nipponico di non apparire provinciali o arretrati. E questo mentre in occidente la nudità è tornata di gran moda nella vita quotidiana, come espressione di autentica emancipazione e libertà.
Ma la parte divertente è indossare lo yukata, cenare presto, inginocchiati per terra, il cibo vegetariano su tavolini laccati, e tutto ben disposto in ciotoline di porcellana, in perfetto, impeccabile stile giapponese.
La sera addirittura con la felpa, ci godiamo una temperatura sotto i 20°C, ammirando il giardino di pietra, sabbia e muschio e le lanterne accese.
La sveglia suona poco dopo le 5.30 per assistere alle preghiere, per consumare una frugale, quanto insipida, colazione (anche quella in perfetto stile giapponese) e per correre a prendere l’autobus, la funicolare e il treno per l’acquario di Osaka. Gli squali balena e le lontrine ci stanno già aspettando.
Decidiamo, però, di fare una pausa (leggasi anche ci addormentiamo sul treno e saltiamo la coincidenza) e ci fermiamo nella ridente stazione (la cittadina è non pervenuta) di KII-SHIMIZU, posto particolarmente noto per il suo incessante via vai di gente: i dati ufficiali riportano che in un mese ci transitano 436 persone. Nonostante un disperato tentativo (una negoziazione breve ma intensa) di convincere un capotreno a farci salire al volo su un treno in transito, riusciamo solo dopo un’ora ad abbandonare kii-shimizu (ormai impressa indelebilmente nei nostri cuori e nelle nostre menti).
Dovrebbe esistere un’indulgenza speciale per l’attesa sui binari sbagliati, per un viaggio su un treno che ha sì lo stesso nome ma va nel senso opposto; dovrebbe essere prevista una carta apposita, consegnata ai gaijin con il Japan Rail Pass, che si può giocare almeno una volta per richiedere un’eccezione alle mille norme che regolano la giornata dei giapponesi e che impietosisca i capotreni in questo assurdo sistema-paese.
Adesso che anche l’onsen giapponese è andato Antonio può finalmente farsi il suo tatuaggio 😂
Finalmente il pin del conto corrente sulla pelle!
[…] La sola cosa che ci lascia perplessi è quali siano le regole prima di immergersi nelle vasche. Non è chiaro se sia necessario strigliarsi per bene prima di accedere ai bagni… ma forse i nostri sono solo gli scrupoli di chi di recente si è dovuto confrontare con il rigido sistema di regole giapponesi, che prevede accurate istruzioni perfino per l’uso di spugna e sapone prima di entrare negli onsen. […]