Anche a Tokyo, nascosti tra grattacieli e insegne luminose ci sono templi e santuari. Decidiamo di andare a vedere quello Toyokawa Inari nel quartiere di Akasaka dedicato alle volpi di Inari. In realtà qui la commistione tra culto shintoista e culto buddista ha reso questo luogo unico e importante, perché particolarmente amato dai personaggi dello spettacolo e dai salary men. Molti infatti lo visitano per pregare che gli affari vadano bene o per ottenere una promozione sul lavoro.
Una sosta veloce in un ristorante per lavoratori in pausa pranzo e ci rimettiamo in moto: destinazione Shibuya.
Appena usciti dalla metro ecco il monumento ad Hachiko: la presenza di un gattino in carne ed ossa fra le sue zampe è un po’ sospetta per essere casuale, ma è così … kawaii! In ogni caso la foto è d’obbligo, così come osservare l’incrocio più famoso del mondo e la gente che continuamente l’attraversa. È pieno giorno, ma la sensazione di straniamento e smarrimento che proviamo sembra la stessa che traspare dalle espressioni di Scarlett Johansson nello splendido Lost in Transalation, che si apprezza ancora di più al rientro dal Giappone.
È la mancanza di emozioni che si prova davanti a qualcosa di estraneo da noi, di impenetrabile, di incomprensibile, è la consapevolezza di rimanere pur sempre al di fuori di questo mondo, per quanto lungo sia il tempo che si resti a osservarlo.
Altro obbligo è, complice la pioggia, qualche ora di shopping. Sono le 10.30 quando ci accorgiamo di avere fame e di non aver ancora cenato. Ci resta appena il tempo di prenotare lo shinkansen per l’indomani per Nikko.
Ma quanto ROSSO in questo post! Voglio vedere adesso decollare le vostre carriere … time lapse vera chicca!!!