Partiti da Norimberga dopo una lauta colazione arriviamo a Bamberga ancora satolli, e mentre la gente alle 11.00 è già attorno ai tavoli delle molte birrerie della città, oltrepassiamo il ponte su cui è appollaiato il vecchio Rathaus, e andiamo a visitare il Duomo.
Si narra che un misterioso e regale cavaliere si aggiri tra le navate della cattedrale e lo scoviamo quasi subito, vicino alla tomba della santa coppia imperiale di Enrico e Cunegonda. La statua pur risalendo al XIII secolo ha un’incontestabile forza espressiva e rapisce tutta la nostra attenzione. Nulla ha più interesse, neanche il reliquiario o gli scanni del coro del XIV secolo.
Soddisfatti riscendiamo verso il fiume per ammirare l’ennesima decantata Little Venice. Anche questa, come quella di Colmar o peggio ancora quella di baracche di Londra, non ha nulla a che vedere con l’originale. Non basta un corso d’acqua e quattro case costruite in fila lungo i suoi argini per fare una nuova piccola Venezia.
Ma è meglio non farsi troppe domande e cercarsi una buona birreria. La Brauerei Spezial è oramai chiusa quindi optiamo per la Fässla, proprio di fronte, sulla medesima strada.
Dissetati e rifocillati ripartiano per Coburgo. Piccolissimo centro bavarese che scopriamo essere orgoglioso di essere stato parte di tanti eventi storici importanti, anche se solo di striscio.
Primo tra tutti: al Veste Coburg trovò rifugio per 6 mesi, nel 1530, Martin Lutero, anche se nulla di importante accadde in quell’anno sul fronte della Riforma.
Secondo: il palazzo di Ehrenburg fu teatro del primo incontro tra la Regina Vittoria e l’imperatore austroungarico Franz Josef, il marito di Sissi per intenderci. Quale fosse lo scopo dell’incontro e cosa si dissero non ha alcuna rilevanza.
Terzo: di Coburg divenne cittadino Johann Strauss, il re dei valzer, che voleva sposare in terze nozze la bella Adele. Poiché in Austria la religione cattolica non gli concedeva la possibilità di divorziare, il duca Ernesto II accorse in suo aiuto chiedendo in cambio di rinunciare alla cittadinanza austriaca e di abbracciare la fede luterana.
Quarto: il simbolo della città è un moro, che moro non era, scelto con il solo scopo di distinguersi dal resto delle città sassoni in Franconia che hanno un leone nelle loro insegne. Si tratta di San Maurizio che solo nel nome ha un’assonanza con i mori.
Last but not least: Coburgo diede i natali al principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha che andò sposo niente poco di meno che alla regina Vittoria, la futura imperatrice del Regno Unito. Nella piazza principale della cittadina tutti gli edifici ruotano attorno a lui.
Saturi di aneddoti e coincidenze fortuite ci rifugiamo in birreria, che in certi casi è sempre bene berci su un bel boccale ghiacciato di succo di malto e luppolo.
Ma non ho capito, la forza espressiva è della statua del cavaliere o del cavallo?? 😛