Le interminabili sere di mezza estate sono ancor più lunghe in Scandinavia, quindi perché non vivere qualche giorno da sonnambuli ad Oslo?!?
La luce qui è meravigliosa, il cielo è blu intenso e il sole scalda senza bruciare. La gente si gode appieno la propria città durante la bella stagione.
Prima cosa da fare: la passeggiata dalla stazione centrale al Palazzo Reale, il cuore pulsante di Oslo. Lungo il percorso degli enormi orsi gonfiabili ci vengono incontro da una strada perpendicolare e sembra che vogliano abbracciarci a tutti i costi. Un simpatico benvenuto, non possiamo lamentarci.
Poi però scopriamo che le visite guidate al Parlamento sono sospese e che poco più avanti, all’università, l’aula Magna affrescata da Edvard Munch, quella in cui veniva inizialmente consegnato il Premio Nobel per la Pace, è in restauro, e quindi non accessibile. Ci resta la statua in bronzo da ammirare.
Ma la città si sta preparando al Gay Pride e dietro i tendoni in via di allestimento nel parco antistante il Parlamento, scorgiamo il Teatro Nazionale che porta incisi sulla facciata i nomi di tre illustri autori di opere teatrali norvegesi. Non c’è spazio per un altro nome, come a disperare che ce ne possano essere altri del calibro di Ibsen, Holberg e Bjørnson.
È mezzogiorno e decidiamo di esplorare la zona lungo il fiordo, quella dell’ex cantiere navale ora recuperato in pieno stile dockland londinese e trasformato in un elegante centro residenziale, commerciale e gastronomico.
Il lungomare è gremito di gente che prende il sole e si tuffa nelle acque del fiordo, qui nere come la pece; le ragazze sembrano tutte delle Barbie e i ragazzi dei giovani vichinghi appena scesi dalla nave. I numerosi bar galleggianti sul molo offrono qualsiasi tipo di cibo e così, conquistati dall’atmosfera quasi mediterranea, ci concediamo una pausa a base di gamberetti crudi.
Dopo pranzo prendiamo un tram per il parco di Vigeland attratti dalle tanto decantate capacità espressive delle statue di questo artista, sia in pietra che in bronzo, e incuriositi ancor di più dal fatto che le sue opere non abbiano mai varcato i confini nazionali.
Nel parco ci imbattiamo in cacciatori di fiori, armati fino ai denti, ed equilibristi circensi in erba.
La sera il Duomo è aperto e andiamo a vedere la sua singolare pala d’altare in 3D, senza l’ausilio di occhiali speciali.
E sempre in tema di statue, in una galleria ne scoviamo un paio interessanti tra cui una sirenetta di Edvard Eriksen: sì, lo stesso di quella di Copenaghen!
Voglio una foto del sole di mezzanotte!!!!
Purtroppo il flash non andava 😛 😛 😛