Dalla copertina degli U2 a quella di J. Kerouac

L’Harmony era un normalissimo motel sulla statale 62, quella che costeggia il Joshua Tree NP, prima di ospitare gli U2 nel ’87, in occasione dell’uscita di uno dei loro maggiori successi. Da allora è diventato un’icona, un luogo di pellegrinaggio, una meta ambita.

In realtà è molto sopravvalutato: appare decadente e neanche così dignitoso, considerata la grande quantità di lamiera utilizzata come recinto attorno alla piscina e sul margine della strada, davanti all’ingresso. Sicuramente è oggi privo di quel fascino rock che i fan degli U2 ricercano.

In ogni caso siamo vicini all’ingresso del Parco, quindi recuperata una mappa e il pass, ci addentriamo tra i Joshua, le Yucca e i Cholla cactus (anche detti Teddy Bear cactus, chissà poi perché), attenti soprattutto a questi ultimi, perché pare che attacchino chiunque si avvicini, suicidandosi, o meglio privandosi di rami propri pur di rimanere attaccati agli incauti esploratori.

Non pervenute le mitiche testuggini di cui si narra che alla sola vista di un essere umano si spaventano, svuotano la vescica per alleggerirsi e correre più veloce, salvo poi morire disidratate entro un miglio al massimo, se nel frattempo non è sopraggiunta la pioggia.

I punti panoramici e i piccoli sentieri che partono dal percorso battuto dalle auto offrono scorci sempre nuovi, fino alla Hidden Valley e a Jumbo Rocks dove alle piante di alternano maestose rocce granitiche.

Ben oltre mezzogiorno ci avviamo verso est, alla conquista di un pezzettino della vecchia Route 66 che ci era sfuggito nel nostro precedente giro da queste parti e di una delle sue maggiori Road Attaction: l’insegna di Roy’s a Amboy, oggi perfino copertina dell’ennesima edizione di Sulla strada di Jack Kerouac.

Ripartiamo alla ricerca di una ghost town dei tempi della corsa all’oro, ma non riusciamo a scovarla. Per consolarci prendiamo un lunga deviazione per Oatman, anch’essa vecchia città mineraria, in Arizona, popolata da asinelli.

Dopo un intera giornata trascorsa a stare attenti a chiudere velocemente le portiere dell’auto per evitare alle api di intrufolarsi nell’abitacolo, proprio quando la “tensione” è ormai scesa, ecco che un asinello viene a curiosare tra i sedili posteriori del nostro SUV, forse attratto dall’odore delle patatine o dalle nostre macchine fotografiche. Fatto sta che si becca un bel calcio al garrese, e quando tutto sembra precipitare sotto il ragliare di un altro quadrupede infuriato che giunge in suo soccorso riusciamo ad infilarci in macchina e a ripartire.

Lungo la strada anche un simpatico poliziotto masticabomboloni (cit.) ci ferma adducendo scuse del tipo “Andate troppo piano, senza motivo, se non vi siete persi“, anche se poi non esiste un reale limite minimo di velocità da tenere in Interstate, e poi anche “Non si tiene il navigatore sul lunotto anteriore perché ostruisce la visuale“. Dopo aver controllato i documenti ci lascia andare dicendo di essere stato fin troppo magnanimo, perché ci fa solo 2 warning e non c’è nulla da pagare. Che strano, strano paese è l’America. Conclusione: bisognerà tornare dall’impiegata della motorizzazione di Ancona e mostrare il verbale che ci è stato rilasciato, in cui non compare l’ammenda che avremmo sicuramente preso se fossimo stati privi di patente internazionale, si, proprio a colei che ne aveva profetizzato l’inutilità, facendosi beffe di noi.

La sera arriviamo a Flagstaff, ma prima di prendere possesso della camera, riempiamo lo stomaco rimasto vuoto dalla colazione mattutina a base di pancake e sciroppo d’acero.

P.S. piccola curiosità: perché si chiama proprio Joshua questo albero? Il nome glielo diedero i Mormoni che ritornando nello Utah dalla California videro nei suoi rami le braccia del profeta Giosuè che indicava loro la strada della terra promessa.

4 Comments

  • Laura 21/08/2018 at 06:44

    Un calcio? Ad un asinello???? Inutile dire che quel calcio è “come se lo aveste dato a me” 😝

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  • Paola & Antonio 21/08/2018 at 07:13

    Non è stato un calcio. Paola l’ha “solo” colpito delicatamente al garrese ….. una scena terribile!

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  • Greg 22/08/2018 at 14:57

    Foto e testi magnifici, vi state superando e mi state regalando un bellissimo viaggio stile Total Recall, in questa mia strana estate stanziale.

    Flagstaff = grandi scorci di Gran Canyon in arrivo? Buon proseguimento e viva la negletta patente internazionale!

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    • Paola & Antonio 22/08/2018 at 15:30

      In effetti poi c’è stato il Gand Canyon con una tale miriade di foto che ci sta mettendo in difficoltà nella loro scelta…..ma arriva! 🙂

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