È una citazione che a molti non può sfuggire ed è anche il motivo per cui scriviamo questo blog: perché la vita è fatta degli attimi che ricordi e le emozioni spesso sono solo quelle che condividi raccontandole.
La mattina alle 6.30 siamo già al punto convenuto, pronti per il tanto atteso canyoneering. Dopo aver firmato una marea di liberatorie e aver conosciuto Ben, la nostra guida per un giorno in fatto di corde e moschettoni, ci avviamo verso il lato occidentale di queste splendide montagne, nella zona di Lambs Knoll.
Indossati gli accessori giusti, dopo esserci arrampicati un po’, cominciamo a scendere, quel poco che siamo saliti, calandoci con le corde.
Il più lo fa la paura di non vedere il fondo del canyon e il rischio di incastrare le dita del discensore in cui scorre la corda con cui ci si cala.
Sembra facile e dopo i primi tentativi cresce l’entusiasmo e decidiamo di proseguire su una parete un po’ più complessa.
Abbiamo sottovalutato la stanchezza che accumulano le gambe e l’ultima discesa, la più lunga e la più difficile, è un semi-disastro, non per tutti, ma fortunatamente non ci sono video a testimonianza.
La gioia di avercela fatta è comunque adrenalina pura, e ci fa dimenticare immediatamente gli attimi di sgomento che si prova scendendo nel vuoto e le mani, le gambe e le braccia tumefatte e sbucciate.
È immediato fantasticare sulla prossima occasione che avremo per riprovarci, magari in primavera, in Italia, un weekend in Umbria.
Siamo talmente elettrizzati che partiamo, senza batter ciglio, per un trail di un’oretta nel parco dello Zion per vedere le piccole cascate del Virgin River.
A momenti non le guardiamo neanche, calpestiamo ancora la polvere rossa di queste rocce, ma non ci facciamo alcun caso… Per strada ripercorriamo momento per momento le nostre epiche discese e forse l’eco dei nostri racconti è già giunto in Italia.
Ridiamo ancora delle nostre insicurezze e dei nostri errori ed esorcizziamo la paura per tutta la strada fino a Las Vegas.
Sempre più POVERO ANTONIO!!!!un siciliano costretto a tanta attività fisica è da denuncia al tribunale dell’Aia!
La cosa più da ridere è che proprio Paola – che tanto aveva sponsorizzato la cosa – si è dimostrata sul campo la più cagasotto e “inchiappata” 🙂
Cmq non kitesurf e non deltaplano, ma aereo leggero….
ma se ha cominciato a pensare al kitesurf e al deltaplano?!?!