Il nord passa per Guimarães…

… e non solo, visto che poco più a nord di Porto di trova la terza città del Portogallo, nonché la più cattolica di tutte: Braga. Per noi è un minuscolo centro storico, in cui nel ricordo, tutto ruota attorno a una lunga attesa, davanti all’ingresso di un’osteria per un modesto pranzo pasquale tra la gente del posto, e una cattedrale, di cui non ne comprendiamo fino in fondo l’importanza storica. Si notano comunque per le strade gli strascichi delle celebrazioni della Settimana Santa e delle processioni che hanno attraversato la città nei giorni appena trascorsi.

Poco fuori Braga, affrontiamo da bravi cristiani l’ascesa al Santuário del Bon Jesus do Monte, perché si sa, in Portogallo la salita è il modo più semplice e veloce per avvicinarsi a dio. Anche se, scoprire poi di essere letteralmente superati a destra da una funicolare, a basso impatto ambientale, ma pur sempre frutto di tecnica e meccanica, non è ugualmente edificante mentre ci si affanna su 577 gradini. È giorno di Pasqua e il santuario è popolato di gente vestita a festa, temeraria in tacchi alti, giacche e cravatte, e finiamo così per ridimensionare il nostro sacrificio considerati gli abiti comodi che indossiamo e le scarpe da trekking che calziamo.

Animati da puro spirito religioso decidiamo di trascorrere la notte in un vecchio santuario adibito a pousada, a Guimarães. Il fascino di questo posto è indiscutibile e resta intatto, nonostante le urla dei bambini che attraversano correndo i lunghi dormitori, o le risate degli ospiti nella grande sala adibita per il thè.

La mattina dopo andiamo a cercare, nella chiesa di São Francisco, un’altra promettente talha dourada e un altro albero di Jesse. Questi di Guimarães non possono eguagliare, in stupore e meraviglia, quelli visti a Porto ma rimaniamo comunque soddisfatti, perché la chiesa inizialmente chiusa, per un fortuito caso di scarico di impianti di amplificazione (probabilmente usati per le celebrazioni religiose pasquali), ci apre le sue porte e la paziente perpetua le richiude alle nostre spalle solo al termine del nostro giro. Non abbiamo avuto quindi bisogno di andare a cercare il custode della chiave, come fa Il Viaggiatore di Samarago, ma l’aver avuto la possibilità di visitare da soli quella splendida chiesa ci ha riempito di orgoglio.

Non trascuriamo di fare un breve giro per questo piccolo centro medievale, groviglio di viuzze che si snodano tra graziose piazzette, perché vogliamo respirare l’aria in cui ebbe vita il primo re del Portogallo, Alfonso Henriques, percepire l’atmosfera della culla di questo Paese. Questa volta l’impressione e la commozione non sono le stesse che prova Saramago, ma poiché non siamo portoghesi non ce ne preoccupiamo.

Ultima tappa nel nord è il Solar de Mateus, quello ideato dall’architetto barocco Nasoni nel XVIII Secolo. La simmetria perfetta, i giardini di siepi potate per formare bellissime decorazioni e lo specchio d’acqua in cui il maniero si riflette per sembrare ancora più grande, tutto nel suo insieme ne fa un posto di incantevole bellezza, insospettabile dall’immagine riportata sulle etichette del vino rosè famoso in tutto il mondo.

Bellissima al suo interno la biblioteca, anch’essa di Nasoni, in cui si trova una riproduzione de I Luisiadi di Camões, che fu regalata a personaggi illustri venuti a far visita a questo palazzo e a questa famiglia, una delle più antiche del Portogallo, “tutti a ringraziare per il dono del libro che non sapevano leggere”. (Cit. J. Saramago).

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