Cristoforo Colombo sulla Moscova

A inizio giornata decidiamo di visitare l’ex fabbrica di cioccolato Ottobre Rosso, sull’estremità occidentale dell’isola artificiale nel bel mezzo della Moscova, oggi riconvertita in spazi espositivi, commerciali e di co-working per designer.

Proprio davanti al ponte che collega la terraferma con l’isolotto: l’ORO delle 5 guglie di una splendida chiesa. Anche se chiusa ci fermiamo a leggere di cosa si tratti e scopriamo di essere davanti alla Cattedrale di Cristo Salvatore, fatta erigere per commemorare la vittoria della Russia su Napoleone… la prima quanto meno, perché quella di oggi è una copia perfetta della fine del secolo scorso. Nel 1931 infatti la Cattedrale originale fu fatta demolire da Stalin che voleva far erigere proprio lì un enorme palazzo del soviet sormontato da un’imponente statua di Lenin. Il progetto naufragò letteralmente nelle acque limacciose del fiume, e anche il successivo progetto di una piscina si rivelò ben presto irrealizzabile. Lo spazio rimase ricoperto di terra e fango, fin quando, negli anni Novanta, con la rinascita della fede ortodossa e la riscoperta dei suoi aspetti più mistici si è creduto che solo la vecchia cattedrale potesse rimanere in piedi su quel sito. Nel 1997, in tempo per l’850° anniversario della fondazione della città di Mosca, era già ricostruita e riconsacrata e 20 anni dopo ospitava le reliquie di San Nicola, traslate temporaneamente da Bari e attirava su di sé una folla incessante di pellegrini, in coda giorno e notte.

Il sole ha fatto finalmente capolino tra le nuvole e la luce è ora splendida. Poco distante dalla fabbrica e dalla chiesa la statua di Pietro I brilla in lontananza sull’estremità sud dell’isola, tra le sartie di un’improbabile caravella. È strana la sorte che ha portato questa imponente scultura proprio qui sulla Moscova a centinaia di migliaia di chilometri di distanza dall’Oceano. Pare infatti che lo scultore Cereteli avesse inizialmente voluto raffigurare Cristoforo Colombo e nel 1992, in occasione dei 500 anni della scoperta dell’America, offrirla agli Stati Uniti. Ma poiché nessun cliente si fece avanti, riciclò il progetto per un monumento commemorativo del 300° anniversario della prima flotta russa, sostituendo il viso del navigatore genovese con quello dello Zar Romanov che per primo capì l’importanza di avere affianco all’esercito di terra una marina militare. Il monumento risulta veramente brutto tant’è che anche i moscoviti stanno cercando il modo di disfarsene e affibbiarlo a qualche altra città.

Nel pomeriggio andiamo a visitare il Bunker 42, rifugio antiatomico e centro di comando nucleare dalla fine degli anni ’50. Già il fatto stesso che per visitarlo si debba scendere fino a 65 metri sotto terra da l’idea della follia dell’epoca staliniana in cui fu ideato e costruito, in piena guerra fredda, quando un conflitto con gli Stati Uniti sembrava inevitabile. È al livello della metropolitana, e furono proprio i tunnel che conducono alla stazione di Taganskaja il veicolo per lo smaltimento dei detriti e della grande quantità di terra rimossa. I lavori avvenivano di notte affinché gli abitanti della zona non sospettassero cosa si stesse costruendo e per decenni i moscoviti hanno creduto che si trattasse di un semplice rifugio antiaereo, uno dei tanti che si trovano in tutta la Russia. Invece il Bunker 42 fu usato fino agli anni ’80 come centro di comando per l’aviazione in caso di “allarme rosso”. Divenne operativo durante le fasi drammatiche della “crisi dei missili di Cuba”.
Per quanto il posto sia molto interessante e suggestivo sembra di essere in un mercato tanta la gente che affolla quei tunnel e quelle stanze… una esperienza molto diversa da quella vissuta a Praga in un luogo simile.

Riemersi come talpe a livello della strada, non sembra vero di poter ancora godere della luce del sole.
Corriamo in centro, nella Piazza della Rivoluzione delimitata da un busto di Karl Marx e dal sontuoso albergo Metropol, e aperta sull’adiacente piazza del Teatro Bol’šoj: impossibile non notarlo in rigido stile neoclassico con tanto di pronao e frontone sormontato da un quadriga di Apollo.
Lì vicino l’enorme mole in cemento e granito del palazzo della Duma, il parlamento russo costruito nei primi anni ’30.

Torniamo verso la Piazza Rossa e attraversata la Porta della Resurrezione ci fermiamo sotto le mura merlate del Cremlino ad aspettare che la luna sorga tra le torri della Basilica di San Basilio, tra le sue splendide cupole variopinte, “un prodigio di edificio senza eguali: miracolo orientale nella fantasia, occidentale nell’architettura, il più audace connubio di forme bizantine, italiane, dell’antica Russia e talvolta anche di pagoda buddista”. S. Zweig – Viaggio in Russia

Nella Nikol’skaja, sotto un cielo di piccole lampadine luminose, troviamo un posto per cenare esausti ma soddisfatti.

4 Comments

  • Greg 27/08/2019 at 20:33

    Inquietante il manichino baffuto alla scrivania nel bunker :-). PS: ma quanto ha viaggiato la caravella! 🙂

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    • Paola & Antonio 31/08/2019 at 15:53

      E sulla caravella l’abbiamo fatta breve: in realtà hanno provato a piazzarla, prima che ai russi, anche ad almeno un paio di stati centro e sud americani….

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  • Laura 28/08/2019 at 07:14

    Bella la luna tra le cipolle, ma ancora più belle quelle due tipe losche 😍

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    • Paola & Antonio 31/08/2019 at 15:53

      Che losche! E’ solo il sorriso da foto russo

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