Abbiamo già sentito che la vasta rete ferroviaria tedesca stia attraversando un periodo di difficoltà, e che guasti e ritardi, oramai all’ordine del giorno, stiano scalfendo l’immagine di Paese super efficiente; ma il caos mattutino della stazione di Colonia ci coglie comunque impreparati.
Dopo aver acquistato alle macchinette il biglietto per la ridente cittadina di Wuppertal, ci mettiamo in ogni caso in fila allo sportello informazioni, per chiedere da quale binario parta il primo treno per la nostra destinazione, commisurato al prezzo pagato. Sembra quasi di essere in una qualsiasi stazione italiana, ma con in più la difficoltà delle onnipresenti parole tedesche composte. Inoltre conoscendo poco la regione della Renania le città ci sembrano avere tutti nomi simili: Düsseldorf, Duisburg, Dortmund, una destinazione vale l’altra per noi.
Dopo qualche minuto, movimenti di massa sul binario ci risultano sospetti e proviamo a chiedere dove stiano andando tutte le persone in attesa: pare che sia stato annunciato un cambio binario, e sulla nuova banchina ci accorgiamo appena in tempo, che esiste una ripartizione per settori contraddistinti da lettere per treni diversi, con diverse destinazioni. Siamo ancora scettici quando si aprono le porte di un vagone, proprio davanti a noi, ma saliamo, sperando che sia quello giusto. In poco meno di un’ora dovrebbe portarci a Wuppertal, probabilmente lo scopriremo solo allora.
Quando raggiungiamo finalmente la meta, il cielo è grigio e carico di pioggia, ma siamo certi che non pioverà, non oggi, perché così promettono tutte le APP di previsioni meteo consultate, nei confronti delle quali nutriamo ormai un’insana e cieca fede. Ci affacciamo all’ufficio del turismo per raccogliere qualche informazione sulla monorotaia più antica al mondo e le sue tappe: il principale motivo per cui siamo qui è l’aver visto questo mezzo avveniristico comparire nel film Pina di Wim Wenders, oramai più di 10 anni fa. È strano come a volte possa nascere la curiosità per certi posti e certe storie. Da quello che ci raccontano, l’intero corso del fiume Wupper, su cui corre la monorotaia, è disseminato di soste interessanti e irrinunciabili. Una cosa ci colpisce più di ogni altra: la casa natale di Friedrich Engels, nella zona nord est della città, molto vicino all’Opera House, la sede principale per le performance della compagnia “Wuppertaler Bühnen” a cui appartiene il teatro di danza di fama internazionale Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.È tutto lì, nei pressi della sedicesima fermata Adlerbrücke/Opernhaus, che poi scopriamo essere anche quella legata a un aneddoto molto curioso: la caduta, avvenuta nel 1950, dell’elefantino TUFFI (mai nome fu più azzeccato), che spaventato dal moto e dall’ondeggiare della monorotaia si gettò dal portellone di uno dei vagoni nel sottostante fiume Wupper, cavandosela con qualche livido, tra lo stupore e lo spavento dei circensi che pensavano soltanto a un’innovativa campagna pubblicitaria per i propri spettacoli in città.
Con uno splendido biglietto giornaliero possiamo permetterci tutte le soste che vogliamo lungo il tragitto, e così ci fermiamo per ammirare le stazioni in stile art nouveau rimodellate sulle originali risalenti all’inizio del XX Secolo, quando la linea fu inaugurata dall’imperatore Guglielmo II, e poi l’incrociarsi dei treni sui binari sospesi a 12 metri sopra il livello dell’acqua. In fondo in tutta la sua lunghezza il percorso supera di poco i 13 chilometri e da un’estremità all’altra il viaggio dura circa 30 minuti.
Il museo della prima industrializzazione è in restauro, quindi ci godiamo con molta calma l’esposizione all’interno della casa natale di Friedrich Engels. Leggiamo con interesse le vicende della sua famiglia e il suo essere parte attiva e integrante di una cultura protoindustriale. I viaggi a Liverpool e a Manchester per studiare e osservare il funzionamento delle prime industrie tessili, e poi a Londra dove il giovane Engels conobbe Karl Marx.
La nostra è pura meraviglia davanti alla constatazione che anche un posto così piccolo possa riservare punti nodali delle vicende umane, come piccole storie che prendono vita in case borghesi di modeste dimensioni, possano poi diventare la Storia, quella narrata nei manuali scolastici. Per pranzo andiamo in una birreria sorta all’interno di una piscina pubblica coperta in disuso, nei pressi della piazza vecchia del centro di Barmen. Restiamo increduli davanti a questo intelligente seppur semplice recupero urbanistico mentre ci godiamo dei wurstel e una birra a tema.
Prima di rientrare a Colonia abbiamo ancora una missione da compiere: trovare almeno una delle location del film di Wim Wenders. Fortuna vuole che su un fotogramma scaricato da internet si legga perfettamente il numero del pilone. Corriamo nella parte occidentale della città, lì dove la monorotaia corre tra le case e scesi dal treno proviamo l’inquadratura giusta, più e più volte fino quasi a riuscirci.
Ancora un viaggio e qualche sosta sulla monorotaia e rientriamo in stazione. Saliamo sul primo treno con direzione Colonia, e arriviamo in tempo per ammirare lo spettacolo di un sole che tramonta dietro le guglie gotiche della cattedrale.
[…] a Manchester dal padre a lavorare alla Ermen & Engels, l’azienda tessile di famiglia (storia che avevamo appreso direttamente a Wuppertal, quando ad aprile avevamo visitato la sua casa […]